Il controllo delle acque potabili è demandato, in base alla normativa vigente, all’Ente gestore dell’acquedotto. Tale Ente è responsabile della qualità dell’acqua fino al punto di consegna in un edificio/sito, industriale o civile, dotato di rete di distribuzione interna. All’interno del sito la qualità dell’acqua deve essere assicurata dal gestore della rete di distribuzione.
Esia affianca industrie, attività artigianali, agricole, commerciali, di servizi e privati cittadini in tutte le fasi del processo di controllo delle acque, dal campionamento effettuato da tecnici qualificati in conformità alle norme ufficiali di prelievo di campioni di acque destinate al consumo umano, all’analisi in campo e all’analisi chimico-fisica, microbiologica e batteriologica in laboratorio.
Esia supporta il cliente sia per controlli occasionali, sia per la predisposizione dei programmi di controllo dei punti di approvvigionamento idrico mediante l’effettuazione di controlli di routine e di verifica, come predisposto dalla normativa vigente.
Il nostro Laboratorio è accreditato ACCREDIA per le prove riportate nell’elenco prove Accredia (vedi sezione Certificazioni e accreditamenti).
Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano
(Supplemento ordinario n. 41 alla Gazzetta ufficiale n. 52 del 3 marzo 2001)
Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 e s.m.i.
Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 Parte III
La conformità delle acque ai requisiti previsti dalla normativa deve essere assicurata nel punto in cui le acque sono disponibili per il consumo, come il rubinetto dell’utenza domestica da cui le acque fuoriescono. Le acque utilizzate dalle imprese alimentari devono garantire la conformità ai parametri legislativi nella fase in cui esse sono fornite all’industria. In quest’ultimo caso è il titolare dell’impresa il responsabile della qualità dell’acqua impiegata nelle diverse fasi del ciclo di produzione alimentare.
Sono considerate acque destinate al consumo umano:
·le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine (fornite tramite una rete di distribuzione o mediante cisterne, o in bottiglie o in contenitori);
·le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.
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