La seduta del Consiglio dei Ministri del 29 gennaio 2020 si è conclusa con l’approvazione di sette decreti legislativi di recepimento delle direttive europee. In particolare, tra i sette decreti approvati, ne spiccano tre che riteniamo particolarmente rilevanti per quanto concerne la sicurezza dei lavori e gli obblighi a carico delle aziende.
1. Protezione dei lavoratori contro il rischio da esposizione ad agenti cancerogeni
Si prolunga il tempo di protezione dei lavoratori esposti durante il proprio impiego ad agenti cancerogeni e mutageni. In questo caso il Paese attua la Direttiva UE 2398 del 2017, nella quale risalta l’articolo 14.a. In esso il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione stabiliscono che il medico o il responsabile sanitario possono segnalare la necessità di proseguire l’attività di sorveglianza sulla salute dei lavoratori anche dopo il periodo di esposizione ai materiali potenzialmente dannosi. Mentre la sorveglianza durante il rapporto di lavoro è a carico del datore, quella successiva è un onere del Servizio sanitario nazionale.
La stessa direttiva sottolinea che vi sono ormai “prove sufficienti della cancerogenicità della polvere di silice cristallina respirabile” e che pertanto gli stati si devono impegnare a promuovere “misure tese a evitare o ridurre al minimo l’esposizione” a tale sostanza.
2. Protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti
Il Decreto legislativo riguardante le misure necessarie a prevenire e affrontare i pericoli causati dall’esposizione a materiale radioattivo attua la Direttiva Euratom 59 del 2013, che ha la funzione di armonizzare tutta la normativa in materia. A riprova di ciò, la stessa disposizione abroga quasi quindici anni di direttive Euratom e, in particolare, le 89/618/, 90/641, 96/29, 97/4 e 2003/122. Invitiamo gli addetti ai lavori a consultare la Direttiva sul portale ufficiale dei testi di legge dell’UE.
3. Riduzioni delle emissioni
Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’attuazione della Direttiva UE 410 del 2018. Obiettivo di questa disposizione è ridurre i gas serra, guardando al traguardo del 2030, che impone una diminuzione almeno del 40% degli stessi gas rispetto ai valori del 1990. Un obiettivo che, secondo le stime, impone una decrescita delle emissioni del 2,2% dal 2021. A tale scopo, la Direttiva del 2018 integra o modifica alcuni articoli della Direttiva CE 87 del 2003, che introdusse il sistema EU ETS (European Union Emissions Trading Scheme). Si prevede, ad esempio, la possibilità di assegnare quote gratuite di emissioni agli “Stati membri che nel 2013 presentavano un PIL pro capite, a prezzi di mercato (in euro), inferiore al 60 % della media dell’Unione”.