RENTRI: scopi e costi del nuovo modello di gestione dei rifiuti

In un’ottica di sostenibilità aziendale, RENTRI offre un notevole contributo nel campo specifico della gestione dei rifiuti. Più trasparenza e meno burocrazia è lo scopo della piattaforma, alla quale devono iscriversi alcune categorie di imprese.

Sostenibilità ambientale, economia circolare e green economy sono alcuni tra i termini ormai divenuti parte integrante del nuovo lessico d’impresa. Non si tratta di slogan accattivanti ma privi di sostanza, bensì di concetti che segnano in maniera indelebile le tappe di avvicinamento a un nuovo modello imprenditoriale, più in linea con le esigenze di tutela dell’ambiente. Avvicinamento che procede in maniera costante e inarrestabile, grazie anche all’ausilio della digitalizzazione, strumento fondamentale per consentire alle imprese di monitorare con precisione la propria capacità inquinante. Relativamente ai rifiuti, un’ennesima conferma in tal senso è offerta dalla realizzazione di un innovativo modello informatico, il RENTRI.

Cos’è?

L’acronimo designa il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti. Si tratta per l’appunto di un registro interamente digitale, previsto dal TUA (Testo Unico Ambientale) e gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Esso rappresenta una novità capace di offrire nuovo impulso all’informatizzazione delle imprese, consentendo loro di assolvere con più precisione alla corretta gestione dei rifiuti. Obiettivo perseguito rendendo digitale l’adempimento di alcuni obblighi burocratici previsti dal TUA, come i FIR (Formulari di Identificazione dei Rifiuti) e i registri di carico e scarico. Provvedendo all’assolvimento di questi obblighi in maniera digitale, l’imprenditore rende più agevole la tracciabilità dei rifiuti, con effetti positivi non soltanto sull’ambiente ma anche sull’impresa stessa che, mostrandosi virtuosa in termini di ecosostenibilità, evita di incorrere in sanzioni e accresce il proprio gradimento sul mercato.

Scopi del RENTRI

Ma non sono questi gli unici vantaggi apportati dal RENTRI. Esso, infatti, permette anche di:

  1. Mettere a disposizione della pubblica amministrazione un flusso costante di dati e informazioni relativi alla movimentazione dei rifiuti, così da facilitare l’individuazione delle più appropriate politiche ambientali;
  2. Controllare con immediatezza i documenti inseriti, semplificando in tal modo il contrasto alla gestione illecita dei rifiuti;
  3. Velocizzare gli adempimenti burocratici a carico delle imprese;
  4. Abbreviare i tempi necessari per la trasmissione dei dati utili alla rendicontazione e alla verifica del raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo dei rifiuti

Analizzati gli scopi del RENTRI, si può facilmente comprendere che, non appena andrà a pieno regime, esso permetterà al sistema produttivo di compiere un ulteriore scatto in avanti verso la piena sostenibilità dell’attività produttiva.

Struttura

Dal punto di vista strutturale, la piattaforma qui esaminata si articola in due sezioni. Una è dedicata all’anagrafica, ove sono raccolti gli elementi indicativi dei soggetti iscritti e le informazioni relative alle autorizzazioni rilasciate per la gestione dei rifiuti. Nell’altra sezione, dedicata alla tracciabilità, sono invece custoditi i dati riguardanti i formulari di identificazione e il registro cronologico di carico e scarico.

Come già accennato, il RENTRI è collocato presso un’apposita struttura organizzativa del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il quale si avvale di una partnership con l’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, a cui è delegato il compito di gestire le procedure d’iscrizione e di mantenere i rapporti con gli iscritti.

Quali imprese devono iscriversi?

I soggetti obbligati a iscriversi al RENTRI sono stati individuati da D.M n.59/2023. Nello specifico, si tratta di:

  • Enti e imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti;
  • Produttori di rifiuti pericolosi;
  • Enti e imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che operano in qualità di commercianti e intermediari;
  • Consorzi finalizzati al recupero e al riciclaggio di particolari tipi di rifiuti;
  • Trasportatori e intermediari di rifiuti non pericolosi;
  • Produttori di rifiuti non pericolosi, individuati ai punti c) d) g) dell’art. 184 TUA, che abbiano più di dieci dipendenti.

Sono esonerati dall’obbligo di iscrizione gli imprenditori agricoli che non producono rifiuti pericolosi.

Tempi e costi d’iscrizione

Il RENTRI è entrato in vigore il 15 giugno 2023, così come disposto dal D.M. del 4 aprile dello stesso anno. Dopo una fase di transizione, è stato stabilito che non tutti i soggetti obbligati debbano iscriversi contemporaneamente, essendo state disposte scadenze che variano da gruppo a gruppo.

L’accesso alla piattaforma non è gratuito, bensì soggetto a costi. Ai diritti di segreteria (pari a € 10 da versare al momento dell’iscrizione) vanno aggiunte le tariffe annuali. Queste ultime variano in base alle dimensioni dell’azienda (da un minimo di 15 a un massimo di 100 euro per il primo anno; tra 10 e 60 euro per gli anni successivi).

Un costo tutto sommato accessibile, specie se considerato in un’ottica a lungo termine.
D’altronde, investire significa anche guardare al futuro.

 

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