L’industria metalmeccanica è caratterizzata da una vasta gamma di processi produttivi che coinvolgono la lavorazione di metalli per la produzione di manufatti di diverse dimensioni, da piccole minuterie metalliche a grandi macchinari e strutture complesse come trattori, navi e aerei. All’interno di questo settore, specialmente nel Triveneto, si osserva una varietà di comparti produttivi. Questo riassunto si concentrerà sui rischi associati alle industrie meccaniche tradizionali, escludendo fonderie, acciaierie e galvaniche, con particolare attenzione alle attività di lavorazione meccanica e alle relative esposizioni a polveri, nebbie di oli minerali, fumi di saldatura e solventi.
Cicli Produttivi nelle Industrie Metalmeccaniche
I cicli produttivi nelle industrie metalmeccaniche sono generalmente semplici, iniziando da materie prime come barre, tondini o coils di metallo. Questi materiali vengono lavorati attraverso una serie di operazioni che includono il taglio, la piegatura, la foratura, la pressatura, la levigatura, la tornitura, l’uso di frese e trapani, fino all’assemblaggio dei pezzi tramite saldatura o avvitatura.
Rischi Principali nelle Lavorazioni Meccaniche
Durante queste operazioni, i lavoratori possono essere esposti a diversi rischi, tra cui polveri di vario tipo, fumi di saldatura, vapori di solventi e nebbie di oli minerali. La composizione delle polveri varia in base ai materiali trattati e ai processi utilizzati, e può includere particelle abrasive, ossidi e metalli come rame, zinco, nichel, piombo e cobalto. In particolare, le polveri inalabili e respirabili rappresentano un rischio significativo, specialmente nelle operazioni di levigatura, pulitura e sabbiatura, dove la presenza di silice libera cristallina può superare i limiti di esposizione consentiti.
Oli Minerali e Nebbie
Gli oli minerali, utilizzati come lubrificanti e refrigeranti, sono un altro elemento di rischio. Questi oli possono contenere idrocarburi aromatici policiclici (IPA) e altre sostanze cancerogene come la nitrosodietanolammina. Le nebbie di oli minerali, tipiche delle operazioni di taglio e tempera, possono incrementare la concentrazione di IPA e altre sostanze pericolose con l’uso prolungato. L’evoluzione tecnologica, con l’introduzione di macchinari moderni e chiusi, ha migliorato il controllo delle emissioni di polveri, fumi e nebbie, riducendo il rischio di esposizione.
Fumi di Saldatura
Le operazioni di saldatura costituiscono un rischio complesso per la salute dei lavoratori, poiché producono fumi contenenti una varietà di gas e particelle solide, inclusi metalli pesanti come ferro, manganese, rame, zinco, nichel, cromo e cadmio. Le tecniche di saldatura più comuni includono il MIG (Metal Inert Gas), TIG (Tungsten Inert Gas) e MAG (Metal Active Gas), ciascuna con specifiche emissioni di fumi e particelle ultrafini. In particolare, la saldatura di acciai inossidabili comporta rischi legati alla presenza di metalli come nichel e cromo, che possono essere cancerogeni a determinate concentrazioni e stati di ossidazione.
Verniciatura e Solventi
La verniciatura è un’altra operazione a rischio, in cui i lavoratori possono essere esposti a vapori di solventi organici, spesso utilizzati per diluire vernici e formare film protettivi. Le tipologie di solventi variano da alcoli e chetoni a solventi clorurati e glicoli eteri. La verniciatura a polveri, rispetto ai metodi tradizionali, riduce l’uso di solventi organici e migliora l’efficienza di deposizione del prodotto, riducendo significativamente l’overspray e le emissioni nell’ambiente.
Monitoraggio e Prevenzione dei Rischi
La prevenzione dei rischi nell’industria metalmeccanica si basa su una combinazione di monitoraggio ambientale e biologico, misure tecniche e organizzative. È fondamentale un’attenta valutazione delle materie prime utilizzate e delle mansioni effettive dei lavoratori. In particolare, nelle operazioni che comportano esposizione a fattori di rischio chimico, si raccomanda un’indagine ambientale accurata per verificare l’efficienza dei sistemi di prevenzione primaria, come l’aspirazione alla fonte e l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI). Inoltre, il monitoraggio biologico, come l’analisi delle urine per nichel e cromo, fornisce dati complementari per valutare l’efficacia delle misure di prevenzione adottate.
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