Dalla definizione di amianto, ai rischi ad esso connessi; dalla differenza tra amianto compatto e friabile, alle corrette procedure di smaltimento. Molteplici sono gli interrogativi che si pone chi vuol conoscere caratteristiche e pericoli di questo materiale. Le risposte alle più consuete FAQ (Frequently Asked Questions) possono aiutare a far luce sull’argomento.
Anche detto asbesto, l’amianto è un minerale appartenente alla categoria chimica dei silicati. Presenta una struttura fibrosa che lo rende flessibile, resistente al fuoco, e alle sostanze chimiche e biologiche.
Ci sono alcuni “indizi” che servono a capire se possa o meno parlarsi di amianto. Ciononostante è necessaria una competenza ed un’esperienza tale che consenta di conoscere i manufatti che potenzialmente contengono amianto. Se l’esperto, quindi, dall’analisi visiva rileva una possibile presenza di amianto, si procede all’analisi microscopica in laboratorio del campione prelevato.
In sintesi, l’amianto si presenta in forma compatta quando è racchiuso all’interno di un altro materiale. Quando, invece, le fibre di amianto non sono legate ad alcun materiale o lo sono debolmente, si parla di amianto friabile.
Lo è quando le fibre si disperdono nell’ambiente, cagionando danni alla salute umana e all’ecosistema. La dispersione può avvenire quando l’amianto è in forma friabile, o quando è in forma compatta, ma a seguito di rotture o danneggiamenti si può ugualmente avere la dispersione delle fibre.
Nonostante una legge europea ne vieti dal 1992 la produzione e dal 1994 la vendita e l’uso, è ancora possibile trovare amianto in molte delle strutture disseminate sul territorio nazionale, con particolare concentrazione rilevata negli edifici scolastici. Il problema della presenza di amianto è aggravato dai numeri relativi all’abbandono indiscriminato di questo materiale a opera di incivili che mettono pericolosamente a repentaglio la natura umana e l’ambiente.
L’esposizione all’amianto causa tumori polmonari, il più grave dei quali è il mesotelioma. Il numero delle morti collegate all’amianto è ancora altissimo, intollerabile per un paese civile. Ne dà triste conferma la Giornata mondiale per le vittime dell’amianto, che si stimano essere in Italia circa 6.000 ogni anno.
La rimozione risulta essere necessaria soltanto quando i manufatti contenenti amianto siano danneggiati e non sia possibile provvedere al ripristino delle idonee condizioni di sicurezza.
La prima cosa da fare in caso di dubbio di avere manufatti con presenza di amianto è una adeguata mappatura che permetta di definire tutti i possibili manufatti a rischio. Successivamente si dovrà procedere ad una “Valutazione del rischio” che consente di determinare “lo stato di salute” del manufatto contenente amianto e l’effettivo rischio a cui si può andare incontro. Solo dopo di ciò si potrà decidere se procedere con interventi di bonifica o mantenere lo status quo.
Non è raro che nei condomini più vetusti sia presente amianto, tanto nelle pertinenze condominiali quanto nelle singole proprietà. La procedura idonea da seguire consente di valutarne consapevolmente il rischio e di gestirlo in maniera ottimale.
Per la mappatura e la valutazione del rischio è necessario rivolgersi a tecnici specializzati che abbiano adeguata esperienza ed idonea strumentazione di indagine. Esia è un ente autorizzato, attivo sul territorio nazionale da oltre 25 anni.
Difficile dare una risposta certa e univoca, essendo molteplici le variabili da prendere in considerazione che portano a preventivare spese diverse a seconda dello stato di salute dei manufatti interessati e della presenza o meno di documentazione pregressa.