Il 27 marzo 1992 l’Italia vietava la commercializzazione di manufatti contenenti amianto. Dopo quasi tre decenni, oggi, 28 aprile 2020, Giornata mondiale per le vittime dell’amianto, le morti riconducibili alla respirazione di queste fibre sono – solo in Italia – ancora più di 5.000 all’anno. L’uso esteso dell’asbesto, in forma non solo di Eternit, rese impossibile l’eliminazione generalizzata dell’amianto, portando quindi l’Italia a prediligere la politica del monitoraggio e, solo nei casi di deterioramento, procedere alla rimozione.
La capacità di sanzionare comportamenti illeciti è fondamentale per rendere la politica del monitoraggio davvero efficace. Ne è consapevole il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha parlato oggi di un nuovo “strumento sanzionatorio” e di un inasprimento delle pene “per chi si rende responsabile delle malattie collegate all’utilizzo di questo materiale, o contribuisca in qualsiasi modo alla sua diffusione”.
I numeri dell’amianto
Nonostante quella italiana sia tra le normative più avanzate in materia, si registrano oltre 5.000 decessi ogni anno. Allo scopo di non dimenticare le vittime dell’amianto e la persistenza del problema, il 28 aprile è la giornata dedicata al ricordo delle persone uccise dall’asbesto. Il Ministro dell’Ambiente ha ricordato lo stanziamento di “385 milioni di euro a interventi di bonifica che le regioni dovranno realizzare entro il 2025 negli edifici pubblici, scuole e ospedali in primis”. Lo stesso capo del dicastero aveva ricordato, lo scorso febbraio, che sono ben 2.400 le scuole italiane interessate dal problema amianto.
Il Sottosegretario con delega alle bonifiche, Roberto Morassut, ha sottolineato che sono disseminate per il Paese ancora 40 tonnellate di amianto, contro cui il Ministro vuole agire attraverso mappatura, monitoraggio e bonifica.
Malattia collegate all’amianto
Anche in giorni come questi, drammaticamente segnati dal Covid19 e dai suoi numeri, occorre ricordare cosa può fare l’amianto. Il numero di decessi, ricordato precedentemente e valutato intorno alle 5.500 vittime l’anno, è calcolato tenendo conto di circa 1.800 morti per mesotelioma, un tumore polmonare che può essere contratto quasi esclusivamente per esposizione all’amianto, e di ulteriori 3.500 circa causati da altri “tumori polmonari per amianto”. Secondo l’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), il picco di patologie collegate all’asbesto sarà tra il 2025 e il 2030.