Il Cilento non è solo un luogo di mare, ideale per trascorrere la vacanze estive. Alle spalle della costa si estende un parco irrorato dai fiumi, dove la natura resiste nonostante tutto. Insolenza umana compresa. È il caso dei depositi illeciti di rifiuti, che emergono giorno per giorno grazie all’opera instancabile di chi tiene a cuore la salute del Parco.
Paolo Abbate, geologo ed ecologista, ha condiviso via Facebook le foto di un deposito di rifiuti in una stradina sterrata a cui si accede dalla via Mingardina, che collega Palinuro a San Severino. Nelle immagini pubblicate dall’attivista appaiono lastre di cemento-amianto, scarti di mobilio e materassi. “Ravvolti in telo di plastica – spiega Abbate su Facebook – due grossi pacchi giacevano in un lato, insieme ad altri numerosi rifiuti abbandonati alla rinfusa lungo la stradina, contenenti numerose lastre di cemento-amianto”.
La stessa area raccoglieva in passato grandi quantità di asbesto che veniva “sbriciolato da auto ignote, pronto per essere trasportato nel fiume presente a poche decine di metri”. In questo caso, osserva ancora l’attivista, il materiale era stato avvolto nella plastica, probabilmente per “facilitare” l’azione di smaltimento del Comune, ma in ogni caso “i grossi pacchi non erano contrassegnati con il cartello di ‘pericolo amianto’ e la recinzione indicante il sequestro”.
Non un caso isolato
Appena un giorno prima del rinvenimento dell’amianto, lo stesso Abbate pubblicava le foto di una discarica contenente “plastica, polistirolo espanso, guaine catramate, copertoni dismessi, elettrodomestici, materiale di risulta, pezzi di auto, vetri eccetera”. Il tutto sempre sulla Mingardina e in prossimità dei corsi d’acqua, con l’eventualità che “i rifiuti […] possono essere trasportati al fiume dalle piene del canalone presente nel sito”.
Ventiquattro ore prima ancora, Abbate documentava una discarica di pneumatici a 50 metri dal fiume Mingardo, area nota dal 2011 ma non ancora bonificata. E pensare che il Cilento è area protetta e Patrimonio Unesco.