Il 24 dicembre 2019 il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) fa trovare sotto all’albero dell’Ispra e del Ministero dell’Ambiente diverse delibere, tra cui la n. 61, intitolata “Linee guida per la classificazione dei rifiuti“. Entro i primi mesi del 2020, l’Ispra dovrà provvedere a approfondire “alcuni specifici flussi di rifiuti” e approvare provvedimenti integrativi per rendere operativo quanto indicato nelle linee guida.
Uniformare il sistema di classificazione
Questo documento mira a rendere uniforme il sistema di classificazione dei rifiuti. Come puntualizzato nella “Nota sintetica”, infatti, il processo di classificazione risulta particolarmente complesso e il susseguirsi delle normative ha aperto talvolta a più interpretazioni che, appunto, vanno nella direzione opposta a quella di una maggiore uniformità. “Negli ultimi anni – si osserva dunque nelle Linee guida – profonde modifiche […] hanno comportato difficoltà interpretative sia per gli organi di controllo che per gli operatori di settore”.
L’urgenza della delibera n. 61 si coglie proprio nei suoi riferimenti normativi, che – tra regolamenti europei, norme nazionali e sentenze – evidenziano la complessità della materia, la molteplicità dei soggetti intervenuti sull’argomento e, di conseguenza, la necessità di rendere omogenee regole e sistemi di classificazione.
Caratteristiche di pericolo ed esempi
Nelle Linee guida vengono indicati i criteri metodologici per la valutazione delle caratteristiche di pericolo di sostanze esplosive, comburenti, infiammabili, irritanti, tossiche, cancerogene, corrosive, infettive e altre ancora. Per tradurre nella pratica e semplificare, il documento illustra anche diversi esempi di classificazione dei rifiuti, dai RAEE a quelli contenenti amianto, passando per veicoli e materiali di costruzione.