I commenti sul radon mostrano una progressiva divergenza di pareri tra i campani, che porta il discorso lontano dai punti essenziali: il gas va mappato per legge e salute pubblica ed occorrono dei tempi per farlo. Rimandare non ha senso; impaurirsi nemmeno.
Ad oltre un mese dalla scadenza per la misurazione del radon in Campania, il dibattito è ancora molto vivo tra chi ha delle rimostranze per i tempi stretti imposti dalla Legge regionale e chi, invece, preme perché ci sia un adempimento celere, a tutela di cittadini e lavoratori.
La tesi dell’allarmismo
Molti imprenditori e commercianti hanno lamentato, anche a commento delle notizie divulgate da Esia, una sospettabile solerzia nella Legge regionale, che finisce per essere recepita come un’ulteriore gabella. A queste considerazioni, si sono aggiunte recentemente quelle del sindaco di Santa Marina, nel Cilento. Giovanni Fortunato, primo cittadino del comune salernitano, ha infatti dichiarato che “la legge così formulata ha ingenerato una serie di allarmismi non sempre fondati, creando tra le molteplici attività, già in crisi, soprattutto nei piccoli esercizi, una serie di preoccupazioni sui costi da affrontare”. Per questo motivo ha chiesto che la Legge regionale sia sospesa,
Per assicurare ai cittadini della Regione Campania chiarezza nell’individuazione dei casi dove siano realmente necessari gli adempimenti di conseguenza.
Giovanni Fortunato, Sindaco di Santa Marina
Convenendo che i tempi imposti dalla Regione sono ingenerosi, perché adempiere entro ottobre ad obblighi normati a luglio è difficile anche per i più volenterosi, va aggiunto che la mappatura serve proprio all’ “individuazione dei casi dove siano realmente necessari” interventi per la riduzione del radon. Ciò non sarebbe possibile senza una mappatura, in un regione che, peraltro, ha una concentrazione di gas sopra alla media nazionale.
Inoltre, non è di oggi la notizia che il radon rappresenta la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di tabacco: è nel 1988 che l’OMS lo classifica come gas cancerogeno ed è del 2001 il Piano Nazionale Radon del Ministero della Salute.
La tutela dei consumatori
Sul tema del radon interviene anche l’Unione Nazionale Consumatori, che osserva che la data di scadenza per la misurazione del radon, il 16 ottobre, è stata disattesa quasi da tutti i negozianti e, perciò, “questa situazione ha creato e sta creando non poche preoccupazioni per la tutela della salute dei consumatori”. Per quanto l’Unione possa avere ragione nel suo appunto e – in linea con la sua mission – possa esprimere preoccupazione per i consumatori, bisogna ammettere che i soggetti maggiormente danneggiati sono altri. Sono infatti proprio negozianti, operai, impiegati e lavoratori in generale ad essere a rischio, se non altro per un’esposizione al radon ben maggiore di quella che può subire il cliente di un esercizio commerciale. Invitiamo dunque amministratori delegati e dirigenti a valutare se la propria impresa sia obbligata o meno ad eseguire la mappatura di questo gas.
Occorrono, oggi e sempre, calma e sangue freddo. La legge sul radon era necessaria e la normativa doveva essere integrata – non diciamo un mese dopo il Piano Nazionale Radon (2001) – ma due o tre anni dopo sì. Viceversa in Campania si è dovuto arrivare al 2019, con un’urgenza tardiva e, per di più, apparente. Nonostante infatti la Legge indichi il 16 ottobre come data d’inizio per la misurazione del radon, in realtà – studiando meglio le scadenze – si scopre che è possibile cominciare anche a dicembre. Non servono a nulla lassismo e allarmismo. Servono compostezza e serietà.